La
nuova tecnologia 5G potrebbe rimettere in discussione i protocolli di
sicurezza relativi al pilotaggio dei droni. Ed è per questo che ci si aspetta, prima
o poi, una nuova rimodulazione a livello mondiale degli standard, soprattutto
per il rischio attentati terroristici.
In
sostanza la tecnologia 5G, attualmente al centro di dibattiti infiniti tra fake news e
rivoluzione "pericolosa" delle telecomunicazioni, non è altro che uno sviluppo ulteriore
delle tecnologie radio già esistenti, con una caratteristica importante che diventa la chiave di tutto: i
tempi di ritardo dei segnali molto bassi.
Ciò
permette, una volta a regime, di poter effettuare anche un intervento chirurgico a
distanza, grazie alla velocità e sincronizzazione perfetta tra strumenti diagnostici, video, ed
eventuali robot in sala operatoria.
Un
salto epocale per la telemedicina, ma anche per la gestione del traffico stradale delle
automobili e di tutte quelle applicazioni definite “mission critical”.
Ma per
vedere tutta la rete a regime è necessario ancora del tempo.
In ogni
caso alcune sperimentazioni con i Sapr sono state già effettuate: la
Vodafone, in collaborazione con l’Enac -Ente Nazionale Aviazione Civile-, e la Polizia Municipale di Torino, ha
realizzato alcune prove tecniche con esito positivo di visione a distanza
tramite droni, per esigenze di pubblica sicurezza.
I risultati sono stati soddisfacenti, e presto sarà utilizzato nel campo del controllo del territorio.
Ma il passaggio storico, come dicevamo, è stato di rendere
elevatissima la distanza per il pilotaggio dei droni: da un radiocomando classico, limitato a centinaia di metri o un paio di chilometri al massimo, si passerebbe al controllo affidato alla
rete cellulare 5G.
In altre parole si potrebbe pilotare un drone a Parigi
stando seduti a Roma. Questione di tecnologia, affidabilità di controllo e, soprattutto, velocità di trasmissione dati che supporta molto bene anche il video 4K,
permettendo di avere accuratezza e dettaglio anche con flussi
fino a 100Mbps.
La fluidità video e dei comandi, permette un pilotaggio senza difficoltà.
La sperimentazione di pilotaggio a distanza è stata effettuata con un accordo tra il Politecnico di
Milano e Italdron, azienda italiana che costruisce droni professionali.
Nella
città di Milano sono stati eseguiti dei test, con esito positivo, di controllo di un drone tramite la nuova tecnologia in 5G, a ben 15 chilometri di lontananza.
Per
farlo è stato necessario ideare un protocollo nuovo, a cui ha pensato il Politecnico di Milano, mentre l’Enac ha
previsto un secondo pilota sul posto, in modo da poter intervenire in caso di
emergenza.
Questo sistema di pilotaggio si chiama EVLOS: Enhanced Visual Line Of Sight, e prevede più piloti distribuiti sul
territorio (Immagine sopra da Dronezine.it).
Il
segreto di tutto è legato all'interfacciamento dei segnali radio di trasmissione verso due modem 5G, uno collegato al radiocomando e l’altro a bordo
del drone. In questo modo per l'utente non cambia nulla, mentre per la tecnologia le distanze possono diventare ... infinite. (FW)